Folle è ben che si crede

Schede primarie

Genere: 

Testo di Pio di Savoia (?)

Folle è ben che si crede
che per dolce lusinghe amorose
o per fiere minaccie sdegnose
dal bel Idolo mio rittraga il piede.
Cangi pur suo pensiero
ch'il mio cor prigioniero
spera che goda la libertà.
Dica chi vuole, dica chi sa.

Altri per gelosia
spiri pur empie fiamme dal seno
versi pure Megera il veneno
perchè rompi al mio ben la fede mia.
Morte il viver mi toglia
mai fia ver che si scioglia
quel caro laccio che preso m'ha.
Dica chi vuole, dica chi sa.

Ben havrò tempo, e loco
da sfogar l'amorose mie pene
da temprar de l'amato mio bene
e de l'arso mio cor, l'occulto foco,
e trà l'ombre, e gli orrori
de notturni splendori
il mio ben furto s'asconderà.
Dica chi vuole, dica chi sa.

"Folle è ben che si crede" è una canzone composta probabilmente nel 1638 dal compositore e organista italiano Tarquinio Merula. E' incerta l'attribuzione del testo a Pio di Savoia.